Andiamo a Medjugorje!?
In famiglia oramai da diversi anni leggiamo i messaggi di Medjugorje, custodendoli come le parole rivolte a noi da una Madre che ci ama tanto. Spesso li abbiamo condivisi con i nostri figli, affinché potessero ascoltare direttamente dalla voce di Maria gli orientamenti per la loro vita. Crediamo che abbiano capito che il papà e la mamma non gli stavano spacciando dottrine vane e peregrine, ma che dietro a quella Presenza, impreziosita da tante belle grazie di guarigione e conversione, c’era davvero Lei, la Madre di Dio! Il nostro primo pellegrinaggio risale a tanti anni fa quando i nostri figli, adesso grandi, erano i piccini di casa e una seconda immersione di bellezza due anni fa con nostra figlia Noemi in occasione della sua Cresima, come regalo per il sacramento. Il Papà e Noemi insieme ad un piccolo gruppo di amici della parrocchia. Tornammo consolati e rinvigoriti nel desiderio di conoscere il Signore. Noemi ci aveva riportato questo pensiero: “Sai, mamma, a Medjugorje ci hanno detto che quando teniamo in mano la corona del Rosario per pregare, è come se tenessimo per mano Maria!”.
Il desiderio di imparare ad amare e di portare i nostri figli lì dove possono incontrare il Signore, ci ha spinto a desiderare di poter vivere un pellegrinaggio come famiglia, per affidarci tutti insieme allo sguardo di Maria, per assaporare la concretezza del paradiso.
In particolare, adesso che i figli più grandi stanno cominciando ad affrontare scelte importanti e gli anni di vita con noi, sono probabilmente quasi alla fine.
Le difficoltà non hanno tardato a farsi vive, ma con loro anche la provvidenza, tant’è che i primi di novembre, stracarichi di bagagli e molto emozionati, siamo riusciti a partire!
Mille erano le domande che ci eravamo posti fino all’ultimo, da quelle di gestione quotidiana a quelle spirituali ed anche quelle più grettamente economiche.
“Quando la Madre chiama è molto difficile dirle di no”
Questa frase insieme all’insistenza di nostro figlio Emanuele, che spesso ci chiedeva aggiornamenti sul pellegrinaggio, assicurandoci la sua voglia di venire con noi ci aveva molto provocato e anche un po’ commosso. Dai primi momenti sul pullman ci siamo resi conto di trovarci come in famiglia. I nostri figli infatti sono riusciti fin da subito a legare tutti; i grandi attraverso confronti e confidenze, i piccoli rubando attenzione, tenerezza e anche qualche barretta di cioccolato! L’allegra festosità della comitiva, tuttavia, non ha penalizzato il clima di preghiera e di raccoglimento che ci ha avvolto durante tutto il viaggio!
Come ci avevano preannunciato Davide e Maria Chiara, alla preziosità del pellegrinaggio si aggiunge la ricchezza della vita delle persone con le quali lo si condivide.
E’ stato davvero così! Abbiamo incontrato storie bellissime di grande generosità, fedeltà…santità, che custodiamo gelosamente. Abbiamo potuto confrontarci sui passi che facciamo nella vita spirituale ed è stato per noi un grande e tanto atteso dono, che attribuiamo alla delicatezza di una Mamma che non trascura niente. Questa condivisione, seppur nelle corse del quotidiane, stiamo cercando di custodirla tutt’ora.
La strada è lunga.
Si viaggia di notte. Siamo accompagnati in modo puntuale da un Santo Sacerdote. Padre Ippolito non manca di intervallare i momenti di riposo al richiamo alla preghiera. Ci si affida, si confida e poi si entra nel mistero. Il Santo rosario scandisce le ore e i km percorsi. Il panorama che si incontra lungo la strada non paga l’occhio se non in qualche scorcio su alcune valli. Ai lati dell’autostrada si intravedono i paeselli arroccati e subito il pensiero torna alla tremenda guerra che ha colpito questi luoghi. Terra difficile da vivere e da coltivare, sassi… tanti sassi e fanno pensare come un luogo così ostile sia stato scelto dalla Madonna per aprire i nostri cuori. Forse proprio per questo, forse è il nostro cuore quel terreno così ostile. Tra una stradina e l’altra arriviamo a Medjugorje, svoltato l’angolo di una viuzza intravediamo la chiesa di San Giacomo. Siamo davvero Arrivati.
Davide, conosce molto bene il posto ma soprattutto conosce molto bene la spiritualità del luogo e pone da subito le note giuste sul pentagramma. In questi luoghi non è difficile cadere nella tentazione di far scorpacciata di esperienze rischiando di perdere il significato vero e ultimo. Prima tappa… Santa Messa! Tutto qui ha inizio e fine.
I ritmi del pellegrinaggio sono serrati, siamo in tanti e con tante esigenze, ci sono famiglie, giovani, anziani. Siamo veramente un bellissimo gruppo, nessuno è lasciato indietro. Ci si accorge man mano che siamo ricchezza gli uni per gli altri, anche a tavola siamo invitati a girare i posti in modo da trovare motivo di condivisione.
Ci sono tanti giovani! I nostri figli, contrariamente a quanto avevano messo in preventivo, hanno potuto a loro a volta stringere legami nuovi e condividere con altri ragazzi come loro il desiderio di vivere la fede. Crediamo siano stati per tutti un grande dono, portatori di freschezza e di gioia di vivere, un segno di speranza. I luoghi significativi del posto sono essenzialmente tre, anche se tutto qui ha una parola diretta al cuore ed allo spirito: La parrocchia, il monte delle apparizioni ed il monte della Croce.
Piove “Che Dio la Manda”
Salvo la prima giornata in cui siamo riusciti con calma a fare la salita al Monte delle apparizioni, quindi per gentile concessione a spostarci a piedi, gli altri giorni ci siamo sempre spostati in pullman. Non perché i luoghi fossero lontani ma perché pioveva.
Pioveva!? Ci sono stati momenti, alcuni, in cui pensavo di essere sotto ad una cascata d’acqua. Se la pioggia è una benedizione allora abbiamo ricevuto un secondo battesimo.
La pioggia non ci ha impedito di vivere il pellegrinaggio, non siamo riusciti a fare tutto quello che avremmo desiderato, ad esempio non ci ha permesso di salire il monte della croce, tuttavia ci ha costretti ad essere più parsimoniosi e diretti nella preghiera, più attenti al fine e non al mezzo. In questo preziosissimo è stato Padre Ippolito, con la sua esperienza nella misericordia vissuta ha agganciato l’attenzione di tutti, spingendoci a guardare e ad offrire al Padre ciò che sedimentiamo, a volte nostro malgrado, nella profondità di noi stessi.
Abbiamo visto segni prodigiosi!
È stato un pellegrinaggio in cui i segni che abbiamo visto non passeranno facilmente dentro i cuori. Non abbiamo assistito a fenomeni speciali o segni extracorporei, ma quelli dati dalla bellezza delle persone che avevamo intorno e dall’Amore di Maria che ci ha fatto incontrare, che ci ha unito, che continua ad accompagnarci con la Sua presenza, senza arrabbiarsi, senza stancarsi e che ci ringrazia sempre per quel poco che siamo e facciamo.
“Grazie per aver risposto alla mia chiamata”
Ognuno, a seconda dell’età, del suo stato, a suo modo, è potuto stare a tu per tu con Lei, e i frutti di questo affidamento crediamo siano incalcolabili. Torniamo a casa sapendo però, che il Suo sguardo su di noi non ci lascerà mai, finché non saremo tra le braccia di Suo figlio Gesù. Un grazie particolare e una preghiera alla famiglia Saccani che ci ha permesso questo viaggio con coraggio e carità accogliendoci e accompagnandoci nella fede.
Ai nostri figli che hanno accolto, chiesto e incoraggiato questo affidamento. È stato bellissimo vedere in ultimo il più piccolino, Stefano, commuoversi e piangere perché perdeva, momentaneamente, gli amici di viaggio. Un grazie a Padre Ippolito che ha condiviso la sua vocazione, la sua misericordiosa sapienza, la sua bella fede aiutandoci nella preghiera e nel mantenere un clima di pace.Un grazie anche agli altri del gruppo, le famiglie tutte, per aver condiviso il loro pezzetto di cammino nella gioia.
Il grazie più grande va a Lei, Maria SS. la quale ci ha chiamati non perché migliori di altri ma probabilmente perché siamo quelli che hanno più bisogno, almeno noi.
Giulio, Laura e famiglia - Emanuele, Giovanni, Noemi, Selam, Mosè, Lucia, Stefano -